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martedì 30 novembre 2010

CERAMICA E VITA


Se la pittura e la poesia narrano della vita e dei sentimenti in chiave nobile, la scultura ne canta avvalendosi di toni ben più alti, forte di una irruente verità plastica in funzione del tuttotondo, non necessitando quindi di virtualità illusionistiche. Ogni opera statuaria per la sua complessità echeggia l’immagine bibblica della Creazione, così Natascia Grazioli conferisce idealmente all’argilla quasi una forza vitale e forse intravede già nella sostanza amorfa le forme future alle quali dovrà imprimere un senso dinamico tale da farle immaginare quasi viventi.

Naturalmente dalle sue opere già traspare com’è giusto, l’intenzione di ovviare per quanto possibile ai canoni classici alla costante ricerca di una propria autenticità, rifuggendo nel contempo dalla scontata monumentalità insita nella staticità del materiale usato. Quindi non più solamente l’esaltazione della bellezza fatta di accattivanti grazie femminili e di maschilistiche vigorosità bensì un indirizzo costante verso intenti spirituali.

La forma è ridotta all’essenziale assumendo quasi un valore simbolico, pure restando le opere esteticamente gradevoli e nello stesso tempo ricche di tanti significati. Significati rappresentanti da schematizzazioni della figura umana che resta in bilico tra la forma nascente ed una completa disgregazione, come a preconizzare la fine fatale del ciclo della vita. Ma anche abbracci romantici sospesi fra l’innocenza e la malizia e tante figure pensanti che sembrano riflettere sui destini dell’umanità. L’ avviatezza e la fluidità delle forme acquistano un fascino ulteriore in funzione della originale, intelligente ed elaborata colorazione, che oltre a completare le opere ne diventa parte integrante, contribuendo in grande misura ad esprimere al meglio i concetti che l’autrice intende comunicare.
Ottavio Borghi


Occhio e Materia


un insieme di emozioni che
l’”Occhio” imprime sulla tela
attraverso la pittura
e le sensazioni che la “Materia”
viva e vitale percepisce
attraverso la scultura


L’occhio volubile ha fame
Si sazia solo di immagini veloci
Corrono lontano i sussurri e i sorrisi
C’è un solo fuoco una sola carne

Una vita divisa a metà