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critiques

Ricerc(arti)
Arte per la ricerca.
di Sergio Zanichelli
Una collettiva d’arte a sostegno della raccolta di fondi per la ricerca medica sulle malattie neurogenerative attraverso l’esposizione di opere pittoriche, scultoree e fotografiche di diciannove interessanti artisti italiani nello spazio rinascimentale di Villa Balestra a Rodigo.
L’arte ha nel suo contenuto espressivo la capacità di essere in contatto con la vita.
Arte come relazione visiva tra gestualità e contenuto, tra situazione oggettiva del fruitore e condizione soggettiva dell’artista, che diventa infine di appartenenza alla società.
L’artista è un osservatore che traduce la contemporaneità attraverso una gestualità che generalmente è una specifica anticipazione del futuro.
Essere artisti è un fantastico, difficile viaggio nel presente, per la ricerca di contenuti che hanno la necessità di essere rafforzati, deformati e modificati fino all’atto estremo della loro cancellazione attraverso un apparente semplice gesto.
Le opere d’arte sono “pensieri” del tempo e sono il racconto della vita sia di un individuo (singolo) e sia di una società (collettivo).
Non solo arte come rappresentazione ma come mezzo comunicativo per relazionarsi con gli altri e, in fondo, questa esposizione è una necessità degli artisti di confrontarsi fra loro per analizzare le specifiche ricerche.
Sarà poi il “tempo come autorità inconfutabile e assoluta della storia dell’arte” (Giulio Paolini) che determinerà l’importanza e il valore sociale di un’espressione artistica come incidenza di relazioni nei nostri comportamenti.
Mi hanno spesso chiesto perché si colleziona un’opera d’arte e la mia risposta è stata che nell’opera d’arte c’è una parte dell’artista che esce dal suo corpo e diventa parte della nostra vita.
Se “per un architetto l’obiettivo finale è quello di creare un paradiso terrestre: architettura” (Alvar Alto), per un artista l’obiettivo è semplicemente quello di tradurre la realtà per farci conoscere parti nascoste e silenziose di essa cercando in fondo una necessità di estraniarsi da essa, quasi un rifiuto del vivere quotidiano.
L’artista ci incoraggia a “vedere in modo diverso” la realtà per indicarci una possibile prospettiva d’avvenire e quindi la sua opera è sempre rivolta al futuro.
Tradurre i contenuti, i temi espressivi di una collettiva d’arte, non è compito facile in quanto le opere esposte sono espressione di condizioni personali di ogni artista: possono esistere alcuni contatti e analogie di ricerca espressiva, ma certamente l’artista è sempre per “se stesso”.
Oggi gli artisti non si riconoscono come nel passato in gruppi o in manifesti dell’arte nei quali, si potevano percepire immediatamente i contenuti del loro lavoro.
Oggi dobbiamo tradurre la “silenziosità” di ogni opera che diventa quindi esclusiva rappresentazione visiva lasciando al fruitore infinite e possibili interpretazioni.

Nella collettiva Ricerc(arti) sono esposte in relazione tra loro opere pittoriche , scultoree e fotografiche, attraverso modi di rappresentazione a noi conosciuti per indicarci una possibile interpretazione.
All’interno della collettiva sono presenti anche opere scultoree come mezzo espressivo contemporaneo.
Natascia Grazioli: forme scultoree, organiche, fluttuanti che sembrano evocare un diretta relazione con gli elementi naturali. Non solo una semplice astrazione formale ma attraverso l’utilizzo della ceramica (terracotta), la scultura assume una morfologia plastica riflettente per dare origine a forme umane.
Un’importante rassegna artistica che ci permette di esplorare la ricerca contemporanea perché “Si può esistere senza arte, ma senza di essa non si può Vivere”. (Oscar Wilde)



CERAMICA E VITA Ottavio Borghi Critico d'Arte 2010
Se la pittura e la poesia narrano della vita e dei sentimenti in chiave nobile, la scultura ne canta avvalendosi di toni ben più alti, forte di una irruente verità plastica in funzione del tuttotondo, non necessitando quindi di virtualità illusionistiche. Ogni opera statuaria per la sua complessità echeggia l’immagine bibblica della Creazione, così Natascia Grazioli conferisce idealmente all’argilla quasi una forza vitale e forse intravede già nella sostanza amorfa le forme future alle quali dovrà imprimere un senso dinamico tale da farle immaginare quasi viventi.
Naturalmente dalle sue opere già traspare com’è giusto, l’intenzione di ovviare per quanto possibile ai canoni classici alla costante ricerca di una propria autenticità, rifuggendo nel contempo dalla scontata monumentalità insita nella staticità del materiale usato. Quindi non più solamente l’esaltazione della bellezza fatta di accattivanti grazie femminili e di maschilistiche vigorosità bensì un indirizzo costante verso intenti spirituali.
La forma è ridotta all’essenziale assumendo quasi un valore simbolico, pure restando le opere esteticamente gradevoli e nello stesso tempo ricche di tanti significati. Significati rappresentanti da schematizzazioni della figura umana che resta in bilico tra la forma nascente ed una completa disgregazione, come a preconizzare la fine fatale del ciclo della vita. Ma anche abbracci romantici sospesi fra l’innocenza e la malizia e tante figure pensanti che sembrano riflettere sui destini dell’umanità. L’ avviatezza e la fluidità delle forme acquistano un fascino ulteriore in funzione della originale, intelligente ed elaborata colorazione, che oltre a completare le opere ne diventa parte integrante, contribuendo in grande misura ad esprimere al meglio i concetti che l’autrice intende comunicare.


MOTIVAZIONE CRITICA Premio "Palma d'Oro per l'Arte 2010" Mariarosaria Belgiovine
Critico d'Arte opera: La rinascita del pensiero-terracotta policroma
La scelta creativa della sua espressione Artistica ci rivela sagge
determinazioni formali, percepite dal suo istinto evocativo.
Ottima la lavorazione della materia, plasmata con infinito bisogno di esternare
la rapida visione del suo percorso inconscio.


NATASCIA GRAZIOLI E LA TERRACOTTA
Recensione Critica Sabrina Falzone-Storico dell'Arte 2010
Opere: Passione - Danzatrice - terracotta policroma
Modulare la terracotta, attribuirle una solida impronta formale alleggerita da una morbida movenza sono alcune delle priorità che emergono dalla ricerca artistica di Natascia Grazioli, scultrice mantovana che predilige soggetti figurativi di efficace impatto visivo. Nelle sculture intitolate “Passione” e “Danzatrice” una tensione sonora s’imprime sulla materia, tendendola sinuosamente verso le dolci note dell’amore e del ritmo. Nell’arte di Natascia Grazioli la terracotta diventa il massimo veicolo espressivo in grado di trasmettere nuovi valori e di scaturire inedite sensazioni ancestrali, creando vibranti suggestioni materiche che solo la scultura
dell’anima è capace di donare a chi la osserva con il cuore.

RECENSIONE CRITICA Salvatore Russo - Boè - Art Museum Il Louvre 2010
opera: La rinascita del pensiero-terracotta policroma
Un pensiero che si fa vita. Un pensiero che presa coscienza di se stesso chiede di rinascere. Un pensiero che conosciuti i falsi valori di questo mondo terreno torna a nuova luce e come la fenice risorge dalle proprie ceneri. E' questo quanto la Scultrice Natascia Grazioli vuole trasmettere attraverso la sua opera.
Un pensiero che stanco di vagare tra i labirinti della psiche, salta in corsa il fiume Stige e risale per i Monti che si ereggono a giudici assoluti, al solo scopo di sentirsi ascoltato.

RECENSIONE CRITICA Salvatore Russo - Avanguardie Artistiche 2010/2011
La terracotta viene "plasmata" ripercorrendo strade in cui figure fortemente simboliche si legano a realtà che hanno nell'impercettibile la loro soluzione. Il mistero caratterizza le opere della brava Natascia Grazioli.
Nelle sue opere ad essere rappresentata è l'Umanità. Figure dal "comportamento" fortemente statico, quasi a voler essere radicati in un mondo che invece rifiutano.
Realtà antinomiche dunque fanno la loro comparsa in funzione di un Essere che si fa di volta in volta sempre più evidente.

RECENSIONE CRITICA Salvatore Russo - Critico d'Arte 2010
La figurazione nelle opere di Natascia Grazioli diventa pura intuizione. Figure dai lineamenti non “comuni”. Realtà che traggono dal mistero la loro forza. Sculture che si fanno portatrici di valori taciti racchiusi nella mente dell’Artista. A caratterizzare le opere di Natascia Grazioli è una continua ricerca tesa ad esplorare realtà non ancora conosciute. La psiche si disgrega e vaga nei labirinti del “non noto”. Un lungo processo di sintesi mirata ad analizzare l’opera alienandola dal contesto comune e ricollocandola in un universo che trova in nuove realtà la sua essenza. Quello che l’Artista fa attraverso la materia lo definirei unico nel suo genere. Le sue figure nascondono dubbi amletici. Figure dai volti misteriosi e dai lineamenti oscuri. Il Significante che l’Artista vuole trasmettere va oltre la banalità della rappresentazione. L’astante deve cercare di leggere l’opera andando oltre la forma. Una cromia che si fa essenziale al fine di valorizzare il Significato dell’opera. Una cromia che quasi si annulla. L’alienazione cromatica ha il fine di riportare in scena quei valori e sentimenti “altri” che costituiscono il plus concettuale del quale l’Artista si fa portavoce. Un’Arte dunque che ha nell’eleganza aristocratica e nella dinamicità concettuale i suoi punti di partenza, fino ad arrivare ad un estremo processo in cui il linguaggio comunicativo diventa l’elemento principe.

PRESENTAZIONE ARTISTICA dal libro "Nel soffio del vento" 2006
Andrea Jori Maestro Scultore
“Quale maggior solco, intagliato nell'anima
se non il sogno di un ruscello nel deserto,
oppure quello del volo in una gabbia.
da "Gabbie dentro altre gabbie”
di Elton Kalica

Anche l'artista produce sogni che esprimono talvolta cifre espressive
più intense della realtà stessa.
Anzi egli impersona il sogno per eccellenza, l'utopia appunto di un ruscello che sgorga fecondo nell' aridità della vita quotidiana che metaforicamente è una gabbia, un limite di confine dove tutti lottano per emergere contro ogni avversità. Attraverso questo territorio semantico vola tuttavia la fantasia umana che in questa occasione viene espressa da una giovane scultrice: Natascia Grazioli.
Ho avuto la possibilità e il piacere di seguire attentamente la recente evoluzione artistica di Natascia, apprezzando ne le doti umane, l'innata sensibilità e la notevole capacità creativa.
Nel corso del tempo, parallelamente all' affinamento tecnico, si è evidenziato ed è progressivamente maturato il suo concetto estetico che tiene conto degli insegnamenti dei maestri del passato come delle principali istanze culturali del nostro tempo.
Il linguaggio dell' artista, pur radicato nella nostra tradizione figurativa, si spinge oltre questi confini mentali ricercando soluzioni
iconografiche anche prossime sovente all' astrazione.
Gli esiti formali sono interessanti soprattutto nelle opere più recenti dove la progettazione non è scontata e l'anatomia viene progressivamente interpretata e dissolta seguendo l'ispirazione del momento. Le forme sempre più libere e leggere non mostrano il peso della loro complessa elaborazione e
ci comunicano spontaneamente delle emozioni.
Un'umanità eterogenea, spesso dolente, viene rappresentata attraverso una modellazione vigorosa, fatta di rapidi tratti e la sintesi strutturale è precisa ed attenta. È importante anche sottolineare l'uso efficace della policromia che conferisce alle forme un fascino particolare personalizzandole ulteriormente.
Il risultato finale, maturato con grande volontà, ha una sua precisa identità e per lei un significato esistenziale profondo. Le sculture sono equilibrate, piene di simbologie ed in esse vi è spesso una sorta di idea primaria, in embrione, di arte intesa nella sua
valenza catartica svincolata quindi dai canoni estetici comuni,
capaci di elevarci oltre i limiti della materia, dell'umile creta.
È un' arte che non vuole imporsi, non mira ad abbacinare ma ad attrarre sottilmente l'osservatore verso l'universo dello spirito,
luogo privilegiato d'incontri e comunicazioni umane.